Ti racconto cosa significa per me fare formazione e tre cose che impara chi insegna

Silva Bucci Professional Organizer

La formazione per me: 3 cose che impara chi insegna!

Forse non te lo aspetti, ma devi sapere che, anche se ultimamente sto lavorando molto anche in ambito domestico come consulente, l’attività principale del mio lavoro da Professional Organizer è fare formazione (vedi il mio servizio “L’organizzazione si impara” ) a privati e aziende. Ho pensato, quindi, di raccontarti cosa intendo per formazione, come la preparo e cosa voglio raggiungere.

  1. Per prima cosa ho imparato  che non pendono tutti subito dalle mie labbra anche se ho tutta la preparazione del mondo. Negli ultimi mesi ho potuto spaziare, per quanto riguarda il tipo di “allievi” dei miei corsi: apprendisti di Formart (in collaborazione con New Forum di Bologna), iscritti ai percorsi della Biblioteca di Castel San Pietro, dipendenti di una grande azienda come Euro Company, persone in ricerca come gli iscritti al corso “Organizzazione e Mindfullness” in collaborazione con Manuela Galassi, dipendenti di un distretto di Università di Padova (corso sulla gestione del tempo che ho tenuto a maggio). E tutti avevano una cosa in comune: una certa resistenza, dovuta ad abitudini, percorsi di vita, un pochino di diffidenza. Ognuno ha aspettative, esigenze e realtà diverse che bisogna lasciar andare o perlomeno accantonare se ci si vuole aprire a nuove conoscenze e a tecniche e strumenti capaci di migliorare la quotidianità e la vita.
  2. Inoltre fare formazione significa che io stessa devo formarmi di continuo, leggere, cercare nuove tecniche, essere aggiornata e testare TUTTO quello che studio e che propongo.  Ogni corso e percorso va pensato per chi lo dovrà seguire, quindi non c’è quasi mai nulla di già pronto anche se le basi ci sono già. 
  3. Senza contare che serve flessibilità, nessun incontro si svolge esattamente  come l’ho progettato, anche se (o forse proprio per questo) controllo sempre ogni dettaglio. Ogni incontro, infatti, è un evento e qualcosa può andare storto e bisogna essere al massimo della propria forma per conquistare il pubblico. Insomma,  fare formazione non è una passeggiata, ma è anche molto stimolante proprio per gli stessi precisi motivi per cui è così faticoso: mi dà l’opportunità di imparare nuove cose a mia volta, per trasmetterle ma anche nel confronto con il pubblico. Mi piace coinvolgere il più possibile i partecipanti, e credo sia sempre uno scambio, in cui non sono solo io a dare. 

Infine anche se non piaccio a tutti e di questo mi sono fatta una ragione… posso dare grandi contributi alle persone. Scrivendo questo articolo, mi è tornata in mente una cosa curiosa e cioè che alla fine della scuola media i professori mi suggerirono di iscrivermi alle  le magistrali perché secondo loro ero portata per l’insegnamento. Io poi feci altro ma a quanto pare ci sono arrivata comunque, in un certo senso! Forse anche per via della mia indole paziente, del fatto che mi piace aiutare gli altri e condividere.

Le mie più grandi soddisfazioni le ho quando le persone mi ringraziano e mi dicono che gli ho dato un po’ più di consapevolezza, che dopo il percorso fatto insieme hanno degli spunti di riflessioni e degli stimoli per approfondire i temi su cui ci siamo confrontati. 

Come scrive Massimo Recalcati nel suo libro “L’ora di lezione”: ho voluto continuare ad insegnare e l’ho fatto per onorare tutti i maestri che mi hanno insegnato che un’ora di lezione può sempre aprire un mondo, può essere sempre il tempo di un vero incontro” e ancora “.. non sapremo mai dare il giusto peso a come l’incontro con un insegnante possa davvero cambiare una vita, renderla diversa da prima, favorire la sua trasformazione singolare. Accade come con l’incontro con certi libri o con certe opere d’arte. Il mondo continua a essere quello di prima, certo, ma non è più lo stesso. E’ come prima ma non è più come prima”.

Lo so … sono una romantica ma sono così, ci metto tanta passione ed entusiasmo e credo sia proprio quello che alcuni riescono a sentire e ad apprezzare!

 

La formazione per me: 3 cose che impara chi insegna!

Forse non te lo aspetti, ma devi sapere che, anche se ultimamente sto lavorando molto anche in ambito domestico come consulente, l’attività principale del mio lavoro da Professional Organizer è fare formazione (vedi il mio servizio “L’organizzazione si impara” ) a privati e aziende. Ho pensato, quindi, di raccontarti cosa intendo per formazione, come la preparo e cosa voglio raggiungere.

  1. Per prima cosa ho imparato  che non pendono tutti subito dalle mie labbra anche se ho tutta la preparazione del mondo. Negli ultimi mesi ho potuto spaziare, per quanto riguarda il tipo di “allievi” dei miei corsi: apprendisti di Formart (in collaborazione con New Forum di Bologna), iscritti ai percorsi della Biblioteca di Castel San Pietro, dipendenti di una grande azienda come Euro Company, persone in ricerca come gli iscritti al corso “Organizzazione e Mindfullness” in collaborazione con Manuela Galassi, dipendenti di un distretto di Università di Padova (corso sulla gestione del tempo che ho tenuto a maggio). E tutti avevano una cosa in comune: una certa resistenza, dovuta ad abitudini, percorsi di vita, un pochino di diffidenza. Ognuno ha aspettative, esigenze e realtà diverse che bisogna lasciar andare o perlomeno accantonare se ci si vuole aprire a nuove conoscenze e a tecniche e strumenti capaci di migliorare la quotidianità e la vita.
  2. Inoltre fare formazione significa che io stessa devo formarmi di continuo, leggere, cercare nuove tecniche, essere aggiornata e testare TUTTO quello che studio e che propongo.  Ogni corso e percorso va pensato per chi lo dovrà seguire, quindi non c’è quasi mai nulla di già pronto anche se le basi ci sono già. 
  3. Senza contare che serve flessibilità, nessun incontro si svolge esattamente  come l’ho progettato, anche se (o forse proprio per questo) controllo sempre ogni dettaglio. Ogni incontro, infatti, è un evento e qualcosa può andare storto e bisogna essere al massimo della propria forma per conquistare il pubblico. Insomma,  fare formazione non è una passeggiata, ma è anche molto stimolante proprio per gli stessi precisi motivi per cui è così faticoso: mi dà l’opportunità di imparare nuove cose a mia volta, per trasmetterle ma anche nel confronto con il pubblico. Mi piace coinvolgere il più possibile i partecipanti, e credo sia sempre uno scambio, in cui non sono solo io a dare. 

Infine anche se non piaccio a tutti e di questo mi sono fatta una ragione… posso dare grandi contributi alle persone. Scrivendo questo articolo, mi è tornata in mente una cosa curiosa e cioè che alla fine della scuola media i professori mi suggerirono di iscrivermi alle  le magistrali perché secondo loro ero portata per l’insegnamento. Io poi feci altro ma a quanto pare ci sono arrivata comunque, in un certo senso! Forse anche per via della mia indole paziente, del fatto che mi piace aiutare gli altri e condividere.

Le mie più grandi soddisfazioni le ho quando le persone mi ringraziano e mi dicono che gli ho dato un po’ più di consapevolezza, che dopo il percorso fatto insieme hanno degli spunti di riflessioni e degli stimoli per approfondire i temi su cui ci siamo confrontati. 

Come scrive Massimo Recalcati nel suo libro “L’ora di lezione”: ho voluto continuare ad insegnare e l’ho fatto per onorare tutti i maestri che mi hanno insegnato che un’ora di lezione può sempre aprire un mondo, può essere sempre il tempo di un vero incontro” e ancora “.. non sapremo mai dare il giusto peso a come l’incontro con un insegnante possa davvero cambiare una vita, renderla diversa da prima, favorire la sua trasformazione singolare. Accade come con l’incontro con certi libri o con certe opere d’arte. Il mondo continua a essere quello di prima, certo, ma non è più lo stesso. E’ come prima ma non è più come prima”.

Lo so … sono una romantica ma sono così, ci metto tanta passione ed entusiasmo e credo sia proprio quello che alcuni riescono a sentire e ad apprezzare!